Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 125 I 389



125 I 389

35. Estratto della sentenza 26 luglio 1999 della I Corte civile nella
causa Beloedil SA contro Commissione paritetica cantonale dell'edilizia
e del genio civile e II Camera civile del Tribunale d'appello del Cantone
Ticino (ricorso di diritto pubblico) Regeste

    Konkordatsschiedsgerichtsbarkeit; Schiedsgericht.

    Begriff des Schiedsgerichts im Sinne des KSG (E. 4a).

    Rechtsnatur der Entscheide des «Collegio arbitrale dell'edilizia e
del genio civile» im Kanton Tessin (E. 4b).

    Art. 6 KSG und Art. 8 KSG: Form des Schiedsvertrags und Kompetenz
des Schiedsgerichts (E. 4c).

    Parteientschädigung für das bundesgerichtliche Verfahren zu Lasten
des Kantons Tessin (E. 5).

Sachverhalt

    A.-  Nel corso dei primi mesi del 1997 la Beloedil S.A. ha ottenuto
da ciascuno dei suoi ventitré dipendenti l'accordo a una riduzione
del salario individuale. Questa pattuizione non è stata accettata dalla
Commissione paritetica cantonale dell'edilizia e del genio civile, la quale
ha invitato la datrice di lavoro a ripristinare gli stipendi precedenti,
con effetto retroattivo al 1o gennaio 1997.

    Adito dall'impresa, il Collegio arbitrale dell'edilizia e del genio
civile ha confermato la situazione anticontrattuale creata dal citato
accordo salariale.

    B.-  Il ricorso per nullità presentato dalla Beloedil S.A. contro
quest'ultima decisione è stato dichiarato irricevibile dalla II Camera
civile del Tribunale d'appello del Cantone Ticino il 23 febbraio 1999. La
Corte ha infatti negato la qualità di tribunale arbitrale al Collegio
arbitrale e, di conseguenza, escluso la possibilità di impugnare le sue
decisioni mediante il menzionato rimedio giuridico.

    C.- Postulando l'annullamento della sentenza cantonale, la Beloedil
S.A. è tempestivamente insorta al Tribunale federale con un ricorso
di diritto pubblico fondato sulla violazione dell'art. 36 CA nonché
dell'art. 4 Cost. In accoglimento del gravame il Tribunale federale ha
annullato la pronunzia impugnata.

Auszug aus den Erwägungen:

                        Dai considerandi:

Erwägung 4

    4.- a) Giusta l'art. 1 CA, RS 279, il Concordato si applica ad ogni
procedimento davanti a un tribunale arbitrale con sede in un Cantone
concordatario. Si intende con ciò un'autorità composta da privati
incaricati direttamente o indirettamente dalle parti, mediante contratto,
di dirimere una controversia al posto dell'autorità giudiziaria normalmente
competente (LALIVE/POUDRET/REYMOND, Le droit de l'arbitrage interne et
international en Suisse, Losanna 1989, n. 1.2 ad art. 1 CA, pag. 26). Il
lodo arbitrale può dunque venir definito come un giudizio pronunciato da
un tribunale non statale cui le parti hanno affidato il compito di decidere
su una pretesa dipendente dalla loro libera disposizione (art. 5 CA).

    Il Tribunale federale ha già avuto modo di definire le condizioni
necessarie affinché un lodo arbitrale possa essere equiparato alle sentenze
dei tribunali ordinari. Il tribunale arbitrale deve in particolare
offrire sufficienti garanzie di imparzialità e d'indipendenza, così
come prescritto dall'art. 58 Cost.; in caso contrario il lodo non può
valere quale sentenza civile con forza esecutiva in tutta la Svizzera
(art. 61 Cost.). Un tribunale che funge contemporaneamente da organo
di un'associazione che partecipa al procedimento in qualità -di parte
non fornisce garanzie d'indipendenza sufficienti, le sue decisioni
rappresentando una semplice manifestazione di volontà dell'associazione
interessata; non si tratta di atti giudiziari ma bensì di atti che
riguardano la gestione dell'associazione. Simili decisioni non possono
essere considerate come lodi arbitrali ai sensi del CA; esse non possono,
di conseguenza, essere impugnate mediante il rimedio giuridico previsto
dal Concordato (art. 36 CA; DTF 119 II 271 consid. 3b con rinvii
giurisprudenziali e riferimenti dottrinali).

    Come pertinentemente rilevato da Jolidon (Commentaire du Concordat
suisse sur l'arbitrage, Berna 1984), occorre dunque stabilire se
l'organo in questione - talora definito «tribunale arbitrale»,
«commissione arbitrale» o «commissione paritetica» - con la sua
decisione - a volte denominata «sentenza» o «giudizio» - esprime o sia
chiamato ad esprimere la volontà interna di una società, di un gruppo
di esse oppure di terze persone vincolate dall'impegno di rispettarne le
decisioni; in questo caso si è in presenza - come appena spiegato - di un
cosiddetto «Vereinsbeschluss», che non può, a priori, valere quale lodo
arbitrale. Diverso è invece il caso in cui l'organo è stato costituito
per dirimere definitivamente il litigio - escludendo così la competenza
dei tribunali ordinari - in quanto esso non è tenuto semplicemente ad
esprimere la volontà della persona giuridica in nome della quale agisce
(n. 235 ad art. 1 CA, pag. 66 seg.).

    b)  Visto quanto precede, non può essere condivisa l'opinione della
Corte cantonale, per la quale assurge a principio assoluto l'impossibilità
di impugnare con un ricorso per nullità - ai sensi dell'art. 36 CA - le
decisioni emanate da una commissione paritetica o da una commissione di
ricorso previste nel Contratto Collettivo di Lavoro (CCL), non potendo
quest'autorità valere quale tribunale arbitrale. In realtà tutto dipende
dal contenuto del CCL e dal grado d'indipendenza conferito alla commissione
paritetica e all'autorità di ricorso.

    In concreto, il tenore delle disposizioni del CCL che regolano il
Collegio arbitrale non induce a ritenere ch'esso debba esprimere la
volontà interna di una - o più - delle parti vincolate dal contratto
collettivo. Né si può asserire ch'esso è un'organo della commissione
paritetica cantonale, costituita in associazione giusta l'art. 76 n. 1
Contratto Nationale Mantello (CNM); esso viene infatti organizzato secondo
un sistema indipendente da tale commissione, la quale non partecipa
alla designazione dei membri del Collegio arbitrale, il cui Presidente
viene scelto dal Presidente del Tribunale d'appello del Cantone Ticino
(cfr. art. 12.1.1 CCL).

    La costituzione di un tale tribunale arbitrale privato non viola
alcuna disposizione del diritto federale o cantonale, potendo le parti
di un contratto collettivo affidare a un tribunale di questo genere il
compito di statuire sulle loro controversie (STAEHELIN/VISCHER in: Zürcher
Kommentar, n. 89 e 92 ad art. 357a CO; cfr. DTF 107 Ia 152). Numerose sono
d'altro canto le convenzioni collettive che prevedono la competenza di un
tribunale arbitrale a decidere i ricorsi interposti contro le decisioni
d'un organo paritetico e che organizzano la costituzione e composizione
di quest'autorità in modo da renderla indipendente dai firmatari della
convenzione collettiva (STÖCKLI, Der Inhalt des Gesamtarbeitsvertrages,
Berna 1990, n. 2.3.2 lett. f a pag. 77, pag. 84, pag. 89 segg., n. 3.5.2
pag. 133 segg.). A titolo di esempio basti rammentare il Tribunale
arbitrale orologiero (evocato da JOLIDON, op.cit., n. 323 lett. a ad art.
1 CA, pag. 74).

    In conclusione, il Collegio arbitrale per il settore dell'edilizia nel
Canton Ticino, costituito conformemente all'art. 12 CCL, è un regolare
tribunale arbitrale, cui è stato affidato il compito di dirimere le
controversie al posto dei tribunali ordinari. Le sue decisioni sono dei
lodi arbitrali - che non hanno nulla a che vedere con i «Vereinsbeschlüsse»
- che possono venir impugnati con un ricorso per nullità ai sensi dell'art.
36 CA dinanzi all'autorità giudiziaria prevista dalla medesima norma. La
Corte cantonale ha dunque rifiutato a torto di entrare nel merito del
ricorso per nullità presentato dalla ricorrente contro la decisione
emanata dal Collegio arbitrale.

    c)  È pur vero, come l'ammette la ricorrente, che le esigenze di forma
poste al patto d'arbitrato dall'art. 6 CA non sono ossequiate. In effetti,
giusta l'art. 6 cpv. 2 CA, il patto d'arbitrato - necessariamente scritto
- può risultare da una dichiarazione scritta d'adesione a una persona
giuridica, se detta dichiarazione si riferisce espressamente alla clausola
compromissoria contenuta negli statuti o in un regolamento che ne deriva.
Questi principi valgono anche per il contratto collettivo di lavoro che
prevede l'arbitrato: le parti devono sottomettervisi per iscritto e il
patto d'arbitrato non può fare l'oggetto di una decisione d'estensione
(LALIVE/POUDRET/REYMOND, op.cit., n. 2 in fine ad art. 6 CA, pag. 61).

    Un simile vizio può essere tuttavia sanato mediante l'accettazione
tacita della competenza del tribunale arbitrale, ai sensi dell'art. 8 CA,
quando la parte convenuta entra nel merito della lite senza eccepire la
competenza del giudice adito (LALIVE/POUDRET/REYMOND, op.cit., n. 3 ad
art. 6 CA, pag. 61). Questa circostanza si è verificata nella fattispecie
in esame: né la commissione paritetica cantonale né le parti firmatarie del
contratto collettivo hanno infatti contestato la competenza del Tribunale
arbitrale adito dall'impresa.

Erwägung 5

    5.-  In conclusione, la sentenza impugnata dev'essere annullata
siccome in contrasto con l'art. 36 CA. La Corte cantonale è tenuta ad
esaminare la controversia nel merito e a statuire sul ricorso per nullità.

    Ritenute le ragioni che hanno condotto all'accoglimento del gravame,
appare opportuno imporre al Cantone Ticino il versamento di un'adeguata
indennità per ripetibili della sede federale (art. 159 cpv. 2 OG; cfr. DTF
109 Ia 5 consid. 5 pag. 11); esso viene per contro dispensato dal pagamento
delle spese processuali (art. 156 cpv. 2 OG).