Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 101 IV 344



101 IV 344

82. Estratto della sentenza 30 settembre 1975 della Corte di cassazione
penale nella causa Zehnder contro Procuratore pubblico sottocenerino
Regeste

    Art. 15 Abs. 2 lit. a AO. Unrichtige oder irreführende Ankündigung:
Begriff der "handelsüblichen Preise" (Erw. 2).

    Art. 14 UWG, 21 AO. Die in diesen Bestimmungen aufgestellte
strafrechtliche Verantwortlichkeit des Arbeitgebers und des Auftraggebers
geht über jene bei Mittäterschaft nach gemeinem Strafrecht hinaus. Wenn
der Arbeitgeber oder Auftraggeber Mittäter nach gemeinem Strafrecht ist,
braucht nicht geprüft zu werden, ob er nach diesen Spezialbestimmungen
verantwortlich ist (Erw. 6).

    Art. 61 StGB. Die Veröffentlichung des Dispositivs eines Strafurteils
betreffend unlauteren Wettbewerb mit Namensangabe des Verurteilten
rechtfertigt sich, wenn das von Art. 61 StGB vorausgesetzte öffentliche
Interesse darin besteht, die vom Verurteilten gezeigte Hartnäckigkeit zu
brechen und eine weitere Irreführung des Publikums zu verhindern (Erw. 7).

Sachverhalt

    A.- La fabbrica di mobili Zehnder-Lordelli & Co., Lucerna-Mendrisio,
otteneva il 7 novembre 1973 dal Dipartimento dell'Economia pubblica del
Cantone Ticino l'autorizzazione di liquidare tutta la merce esistente
nei suoi negozi di Mendrisio e di Massagno, menzionata nell'inventario;
in quest'ultimo, posto a base dell'autorizzazione, era stato indicato il
prezzo di costo.

    Su denuncia presentata nel dicembre 1973 da dieci ditte ticinesi
del ramo, il Dipartimento cantonale dell'Economia pubblica revocava il
1o febbraio 1974 la propria autorizzazione, ritenendo che l'impresa
Zehnder-Lordelli & Co. avesse violato norme federali e cantonali che
disciplinano le liquidazioni e le operazioni analoghe. Ciononostante
l'impresa annunciava sui quotidiani il 2 e il 4 febbraio 1974 la
continuazione della vendita.

    In seguito all'azione penale promossa dal Procuratore pubblico della
giurisdizione sottocenerina, il Presidente delle Assise correzionali
di Lugano-Ceresio dichiarava con sentenza 15 luglio 1974 Joseph
Zehnder-Lordelli colpevole di concorrenza sleale ai sensi dell'art. 13
lett. b e 18 lett. a LCSl, nonché degli art. 13, 14, 15 cpv. 2 lett. a,
20 cpv. 1 lett. b, c e 21 OL, per aver pubblicato o fornito al pubblico
durante la liquidazione totale autorizzata annunci fallaci e per
essersi rifornito di merci sia a scopo di liquidazione, sia durante la
liquidazione. Il menzionato magistrato lo condannava quindi alla pena di
un mese di detenzione, sospesa condizionalmente con un periodo di prova
di due anni, ordinando la pubblicazione del dispositivo su sei quotidiani
ticinesi a spese del condannato, una volta che la sentenza fosse cresciuta
in giudicato.

    La Corte di cassazione e di revisione penale del Cantone Ticino
respingeva il gravame presentatole da Joseph Zehnder-Lordelli. Questi è
insorto avanti il Tribunale federale con ricorso per cassazione contro
la decisione della Corte cantonale, chiedendo il suo annullamento e il
rinvio della causa a tale autorità per nuovo giudizio.

Auszug aus den Erwägungen:

                   Considerando in diritto:

Erwägung 2

    2.- Litigiosa è nella presente causa la nozione di "prezzi normali"
quale richiamata dall'art. 15 cpv. 2 lett. a OL. Trattasi di una questione
di diritto, che la Corte di cassazione può esaminare con piena cognizione.

    a) Il ricorrente intende per prezzo normale quello risultante dal
costo di fabbricazione, aumentato delle spese di trasporto, di dogana,
di magazzinaggio, di quelle necessarie per la vendita, ecc., e maggiorato
da un margine di guadagno usuale, che nel ramo mobili è del 50-60% del
prezzo di costo più le spese.

    Il prezzo così determinato corrisponde ad uno schema generale
valido per un calcolo aziendale; per le merci non vincolate ad un prezzo
imposto, esso può essere variato a volontà dal venditore, il quale suole
modificarlo secondo la situazione del mercato, le possibilità di vendita,
le condizioni offerte dalla concorrenza, ecc. Lo schema di calcolo sopra
illustrato non interessa l'acquirente. Questi intende confrontare il prezzo
della merce offerta con quello a cui potrebbe comprarla altrove. Solo
in tal guisa può infatti essere correttamente interpretata l'usuale
pubblicità in materia di prezzi. Per "prezzo normale" (il testo francese
dell'art. 15 cpv. 2 OL parla di "prix usuel") va inteso il prezzo usuale
sul mercato ("handelsüblich", secondo il testo tedesco) praticato per
quella determinata merce all'epoca della liquidazione, ossia, come hanno
esattamente rilevato i giudici cantonali, il prezzo al quale detta merce
potrebbe conseguirsi altrove sul mercato in tale epoca.

    Al proposito i giudici precedenti hanno accertato in modo vincolante
per la Corte di cassazione che i mobili in questione potevano, all'epoca
della liquidazione, essere acquistati altrove ad un prezzo similare o di
poco superiore a quello reclamizzato dal ricorrente, dato che i prezzi
originari, sensibilmente più elevati, erano stati ribassati in misura
considerevole in ragione delle difficoltà di vendita. Tali giudici hanno
accertato altresì che la stessa ditta Zehnder-Lordelli e Co. vendeva
i mobili di cui trattasi fuori della liquidazione a prezzi analoghi,
e che detti mobili potevano essere conseguiti nel Ticino al medesimo
prezzo. Gli annunci secondo cui la merce era venduta con ribassi enormi
o tali da raggiungere il 60% erano quindi inesatti.

    b) Il ricorrente fa valere che i giudici cantonali hanno comparato a
torto i prezzi di liquidazione con prezzi anteriori, di nessun interesse
per l'acquirente. Questi è allettato non dal confronto con prezzi
precedenti, bensì dall'assicurazione di non poter più comprare più tardi
a condizioni tanto vantaggiose.

    Tale argomento e i relativi rinvii alla dottrina (RUDOLF FLUELER,
Rechtliche Regelung des Ausverkaufswesens, tesi Berna 1957, pag. 78
seg.) e alla giurisprudenza (DTF 78 IV 126, 81 IV 195) non possono
giovare al ricorrente, in quanto riferiti alla fattispecie concreta. I
giudici cantonali hanno accertato che i prezzi originari dei mobili di
cui si discute avevano dovuto essere ridotti notevolmente; non si poteva
pertanto contare che sul mercato normale essi sarebbero aumentati poco
dopo la liquidazione. Inducendolo a credere che i mobili in parola si
sarebbero potuti acquistare sul mercato dopo la liquidazione soltanto a
prezzi considerevolmente più elevati, il ricorrente ha tratto in inganno
il pubblico.

Erwägung 6

    6.- Con il suo gravame il ricorrente impugna la sentenza della
Corte cantonale anche perché questa lo ha riconosciuto colpevole, quale
contitolare della ditta Zehnder-Lordelli e Co., delle infrazioni punite
dagli art. 13 LCSl e 20 OL. Tali infrazioni sarebbero peraltro state
commesse non da lui, bensì dal procuratore della ditta, X. Il ricorrente
stesso sarebbe dovuto essere semmai giudicato ai sensi dell'art. 14 LCSl
e 21 OL, che disciplinano la responsabilità penale del datore di lavoro
o del mandante.

    La censura è infondata. I giudici di prima e di seconda istanza hanno
accertato che il ricorrente era stato sempre informato delle operazioni
effettuate da X., e che le aveva autorizzate. Tale circostanza è stata
ammessa dallo stesso ricorrente. Ne segue che costui doveva essere
considerato come autore delle infrazioni contestategli, e più precisamente
come correo, secondo il criterio della participazione soggettiva.

    Gli art. 14 LCSl e 21 OL regolano una responsabilità che eccede
quella già riconosciuta dal diritto penale ordinario; se così non fosse,
tratterebbesi di norme superflue. Esse presuppongono che impiegati,
operai o mandatari commettano, nel compimento delle loro incombenze
di servizio o di mandato, gli atti puniti da tale legislazione, senza
essere stati a ciò indotti dal datore di lavoro e senza che questi li
approvasse. In presenza di questo presupposto il datore di lavoro che,
venuto a conoscenza di detti atti, abbia tralasciato d'impedirli o di
eliminarne gli effetti, è dichiarato punibile ai sensi degli art. 14
LCSl e 21 OL. Poiché il ricorrente già è punibile come correo in base ai
principi del diritto penale ordinario, non v'era neppure bisogno, come
rettamente ha rilevato la Corte cantonale, di far capo alla responsabilità
accessoria prevista dalle due cennate disposizioni speciali.

Erwägung 7

    7.- Il Presidente delle Assise correzionali ha ordinato la
pubblicazione del dispositivo della sentenza di condanna in sei quotidiani
ticinesi. Egli ha ritenuto tale misura particolarmente opportuna,
tenuto conto dell'ostinazione del condannato, dell'interesse delle ditte
denuncianti e di quello del pubblico che egli intendeva trarre in inganno.

    La Corte cantonale ha respinto le censure mosse dal ricorrente contro
la misura di cui trattasi, considerandola giustificata dall'interesse
pubblico. Essa ha rilevato che la pubblicazione del dispositivo di una
sentenza può aver luogo ove sia dato un interesse pubblico qualificato ed
ha confermato l'esistenza nella fattispecie di un siffatto interesse. Tale
conclusione è corretta. Corrisponde effettivamente ad uno specifico
interesse pubblico che questo provvedimento sia adottato onde aver ragione
della pervicacia di cui il ricorrente ha dato prova, e impedire che il
pubblico possa essere ulteriormente tratto in inganno (DTF 78 IV 13, 92
IV 186 consid. 1; SCHULTZ, Parte generale, II 162; SCHWANDER, n. 480a,
pag. 282 in alto). Il giudice di merito ha ravvisato l'ostinazione del
ricorrente nella sua condotta successiva alla denuncia presentata nei
confronti della ditta Zehnder-Lordelli e Co., e soprattutto nel fatto che
questa, dopo che le era stata revocata l'autorizzazione, ha annunciato
nella stampa che la liquidazione proseguiva e che aveva denunciato a sua
volta le ditte denuncianti per denuncia mendace, diffamazione e sviamento
della giustizia.

    Nell'ordinare la pubblicazione del dispositivo della sentenza di
condanna con indicazione del nome del condannato il giudice di merito
non ha pertanto ecceduto i limiti del proprio potere d'apprezzamento,
che non può essere sindacato dalla Corte di cassazione (DTF 78 IV 15).

Entscheid:

              Il Tribunale federale pronuncia:

    Il ricorso è respinto.