Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 100 IA 12



100 Ia 12

3. Sentenza del 6 febbraio 1974 nella causa X contro X e Tribunale
d'Appello del cantone Ticino. Regeste

    Art. 87 OG.

    Die in Anwendung des Art. 145 ZGB ergangenen Entscheide sind
Endentscheide im Sinne des Art. 87 OG und können als solche mit
staatsrechtlicher Beschwerde wegen Verletzung des Art. 4 BV angefochten
werden (Erw. 1).

    Art. 8 ZGB, 4 BV.

    Verteilung der Beweislast hinsichtlich negativer Tatsachen. Freie
Beweiswürdigung. Willkür (Erw. 2-4).

Sachverhalt

                      Riassunto dei fatti:

    Nella causa di separazione e di divorzio vertente tra i coniugi X,
il Pretore, in applicazione dell'art. 145 CC, stabiliva in Fr. 600.--
mensili, a cominciare dal 10 settembre 1969, la pensione alimentare dovuta
dal marito alla moglie.

    Su ricorso della moglie, la Camera civile del Tribunale di
Appello del cantone Ticino aumentava, con sentenza 17 novembre 1970,
la pensione da Fr. 600.-- a Fr. 990.-- mensili, ritenendo che oltre che
della pensione versata dal cantone di Zurigo al marito per avere questo
esercitato funzioni pubbliche, dovesse tenersi conto in misura adeguata
anche del reddito accessorio percepito per attività peritali e consulenze
tecniche. Risultava a tal proposito che nel 1969 il marito aveva emesso
due fatture per complessivi Fr. 54 000. La Camera ne deduceva che il
reddito accessorio potesse prudentemente valutarsi in Fr. 15 000 annui,
già contemplando con ciò il possibile rallentamento dell'attività di
perito negli anni a venire e riservata comunque la facoltà di chiedere
una riduzione della pensione se l'attività accessoria fosse venuta meno
o si fosse notevolmente ridotta.

    Con istanza provvisionale del 15 marzo 1971, il marito chiedeva al
Pretore la riduzione del contributo alimentare all'importo di Fr. 500.--
mensili, a far tempo dal 10 marzo 1971. Egli allegava che, nel corso del
1970, aveva percepito, per la sua attività di perito, un solo compenso di
Fr. 2100.--, che non aveva più in corso alcun nuovo incarico e che poteva
contare, per il futuro, soltanto sulla sua pensione e la rendita AVS,
per un importo complessivo di Fr. 2080.-- mensili.

    Il 10 maggio 1971 il Pretore ammetteva parzialmente l'istanza, non
ritenendo più provato un reddito accessorio del marito; l'importo del
contributo era quindi ricondotto a Fr. 600.-- al mese.

    Nell'accogliere un ricorso presentato dalla moglie, la Camera
annullava il 30 marzo 1972 la decisione del Pretore e respingeva l'istanza
provvisionale del 15 marzo 1971.

    Con ricorso di diritto pubblico fondato sull'art. 4 CF, il marito
impugna la sentenza della Corte cantonale, chiedendone l'annullamento e
postulando la conferma della decisione del Pretore, in via subordinata
il rinvio degli atti alla Camera per nuovo giudizio.

Auszug aus den Erwägungen:

                    Considerando in diritto;

Erwägung 1

    1.- a) Di carattere sussidiario, il ricorso di diritto pubblico
è ammissible solo se la pretesa violazione del diritto non può esser
sottoposta, mediante azione o altro rimedio, al Tribunale federale o
a un'altra autorità federale (art. 84 cpv. 2 OG). La decisione resa
in applicazione dell'art. 145 CC non è considerata, per costante
giurisprudenza, una decisione finale a'sensi dell'art. 48 OG, e non
è quindi impugnabile con ricorso per riforma (RU 75 II 95 consid. 1;
85 II 195; 86 II 294; sentenza non pubblicata 26 gennaio 1971 tra le
stesse parti).

    b) La giurisprudenza della Camera dell'art. 4 CF ha talora considerato
siffatte decisioni, sotto il profilo dell'art. 87 OG, come decisioni
finali (sentenza non pubblicata 12 marzo 1952 in re Dubach e riferimenti
a parecchie sentenze dell'anno 1951, nello stesso senso, BIRCHMEIER,
Bundesrechtspflege, p. 354); talaltra le ha considerate come decisioni
incidentali comportanti un danno irreparabile (sentenze non pubblicate 6
dicembre 1961 in re Weissbeck; 5 dicembre 1962 in re Steiner; 5 ottobre
1966 in re Bertoli). La questione controversa è stata esaurientemente
riesaminata nella sentenza 7 maggio 1969 in re Badrutt, consid. 1. Il
Tribunale federale è giunto alla conclusione che simili decisioni,
non solo comportano un danno irreparabile, ma, per la loro natura, non
concernendo nè una questione processuale, nè pregiudicando una questione
del merito della causa di divorzio, nè essendo suscettibili di esser
impugnate insieme alla sentenza di merito, devono considerarsi come
decisioni finali a'sensi dell'art. 87 OG.

    Il ricorso di diritto pubblico è quindi ricevibile; la contraria tesi
dell'intimata è erronea.

    c) Data la natura cassatoria del rimedio e il fatto che l'ultima
istanza cantonale era munita di piena cognizione, le conclusioni del
ricorrente che vanno oltre la domanda di annullamento della decisione
dell'ultima istanza cantonale sono irricevibili (RU 95 I 114; 96 I 14;
96 I 2 consid. 1, 354 consid. 1, 429 consid. 1 e rif.).

Erwägung 2

    2.- La Camera civile ha motivato come segue il proprio giudizio:

    La norma dell'art. 8 CC sulla ripartizione dell'onere della prova
si applica, in linea di principio, anche alla prova di fatti negativi,
ancorchè il principio della buona fede (art. 2 CC) esiga che, data la
difficoltà della prova, la controparte sia tenuta a contribuire da parte
sua al chiarimento della situazione di fatto. L'insuccesso completo della
controprova può esser soltanto valutato come un indizio dell'esattezza
della affermazione fatta da colui a cui incombe per principio l'onere di
fornire la prova del fatto negativo (RU 65 III 133; 66 II 145).

    Ciò premesso, si deve concludere che il ricorrente ha fallito codesta
prova. Non solo la sua ammissione di avere nell'anno 1970 incassato onorari
per franchi 2100.-- dimostra che non v'è stato un completo distacco
suo dall'attività peritale, ma egli non ha portato la dimostrazione di
fatti nuovi tali da modificare le precedenti valutazioni del reddito
accessorio: infatti, il raggiungimento del settantesimo anno d'età non
comporta necessariamente una compromissione delle sue capacità fisiche ed
intellettuali, nè dell'attitudine a svolgere l'attività accessoria; egli
nemmeno pretende, d'altronde, che il suo stato di salute sia compromesso
o che siano intervenuti fatti di intensità tale da rendere giustificata
la cessazione o quasi di ogni attività lavorativa. Egli non ha d'altronde
contestato l'affermazione della moglie secondo cui possiede un'automobile,
un appartamento a Vezia e uno Oltregottardo: tutti indizi di un tenore
di vita superiore a quello che gli consentirebbero il solo reddito della
pensione e dell'AVS.

Erwägung 3

    3.- Il ricorrente impugna siccome arbitraria codesta motivazione. Egli
fa valere in sostanza che, esasperando la portata della norma dell'art. 8
CC sulla ripartizione dell'onere della prova in materia di fatti negativi,
la Camera ha arbitrariamente violato quella disposizione; d'altro canto,
essa ha apprezzato in modo arbitrario le risultanze probatorie, non avendo
conferito il giusto peso alle singole circostanze, ed avendone constatato
altre in contrasto con gli atti.

Erwägung 4

    4.- Le censure ricorsuali appaiono fondate.

    a) Quanto l'impugnata sentenza espone, in linea di principio, circa
la ripartizione dell'onere della prova sancita dall'art. 8 CC è invero
conforme a giurisprudenza e dottrina.

    In costante giurisprudenza, infatti, il Tribunale federale ha
ritenuto che la regola dell'art. 8 CC si applica, in linea di principio,
anche quando oggetto della prova sono fatti negativi. Quest'esigenza
è tuttavia temperata, conformemente alle regole della buona fede,
dall'obbligo imposto alla controparte di contribuire, recando la prova
del contrario, a chiarire la fattispecie (RU 65 III 137; 66 II 147; 74 IV
94; 95 II 138; 95 II 233 consid. 1). In dottrina poi, se si ammette che
non è conciliabile con l'art. 8 CC la regola generale "negativa non sunt
probanda", viene distinto, a proposito della natura e della misura del
contributo probatorio accollato alla controparte, a seconda che oggetto
della prova siano fatti negativi determinati o indeterminati (KUMMER,
ad art. 8 CC, n. 194-199). Per quest'ultima categoria di fatti negativi
indefiniti, che sfuggono praticamente a qualsiasi prova, si riconosce che
la soluzione concretamente ammissibile può consistere nella inversione
del-l'onere probatorio, che accolla alla controparte la prova del contrario
attraverso fatti positivi, purchè tale prova possa ragionevolmente esigersi
da lei, e semprechè il legislatore, nel ripartire l'onere della prova,
non abbia volutamente tenuto conto della difficoltà probatoria (cfr. RU
77 II 5/6; KUMMER, o.c. n.196 in fine; nello stesso senso, GULDENER,
Beweiswürdigung und Beweislast, p. 52/53).

    b) Ora, dopo aver giustamente rilevato che, in simili casi, è doveroso
richiedere alla controparte un contributo probatorio, ed aver aggiunto
che l'insuccesso della controprova può costituire un indizio della
esattezza della contraria affermazione, la Camera civile ha omesso di
considerare se e quale controprova potesse esigersi, secondo la buona
fede, dall'odierna intimata. Ci si può quindi chiedere se, già sotto
il profilo dell'applicazione degli art. 2 e 8 CC, l'impugnata sentenza
non cada nell'arbitrio. La questione può, come si vedrà in seguito,
restare indecisa.

    c) Anche se il principio del libero apprezzamento delle prove non ha
reso superflue le disposizioni sulla ripartizione dell'onere probatorio
quale l'art. 8 CC, esso ne ha indubbiamente attenuato la portata (KUMMER,
1.c. n. 24).

    Cosi, in materia di ricorso per riforma e secondo una prassi costante
(RU 81 II 124 e 155; 90 II 217 consid. 3; 95 II 233 consid. 1), la
ripartizione dell'onere probatorio non può esser criticata, quando
l'apprezzamento delle prove ha permesso accertamenti di fatto positivi.

    Nel campo del ricorso di diritto pubblico ciò comporta che, se le
critiche del ricorrente quo agli accertamenti di fatto sono fondate sotto
il profilo dell'art. 4 CF, ed il Tribunale federale deve giungere alla
conclusione che, in fatto, si imponeva una conclusione opposta a quella
ritenuta dall'istanza cantonale, il problema della eventuale arbitraria
ripartizione dell'onere probatorio più non si pone, o quantomeno può
esser lasciato aperto.

    d) In materia di apprezzamento delle prove, il Tribunale federale si
impone invero un riserbo particolare, poichè ritiene che, in tal campo,
le autorità cantonali debbono fruire di una grande libertà. La loro
decisione a tal proposito non può esser riveduta che se è evidentemente
falsa o si fonda su una svista manifesta (RU 83 I 9, costantemente
confermata in seguito, 96 I 443): cioè in caso di palese abuso del potere
di apprezzamento.

    In sostanza, la Camera civile ha ritenuto che, nel caso in esame,
il ricorrente possa disporre, dal 10 marzo 1971 innanzi, di un reddito
accessorio per attività quale perito di Fr. 15 000.-- annui. Una simile
conclusione appare insostenibile sulla scorta dei positivi accertamenti
di fatto ed in base all'esperienza.

    È positivamente accertato in causa che il ricorrente ha ormai passato
il capo dei settant'anni; che egli è al beneficio della pensione versatagli
dal cantone di Zurigo dal compimento del sessantacinquesimo anno d'età;
che egli da anni ha lasciato Zurigo per stabilirsi nel Ticino, prima
ad Arosio, e, dopo l'inizio della causa, a Vezia. Che egli sia in
buona salute, contrariamente a quanto ritiene la Camera civile, non è
circostanza di particolare rilievo: sarebbe influente, se si potesse
esigere dal ricorrente che, per garantire all'intimata un determinato
livello d'esistenza, egli sfruttasse le residue capacità lavorative
compiutamente. Come giustamente rileva il ricorrente, una simile esigenza
non può esser posta: il ricorrente ha il diritto, raggiunta l'età del
pensionamento e la vecchiaia, di vivere in tranquilla quiescenza,
dovesse ciò anche comportare per lui e per la sua famiglia qualche
restrizione. Negato, contrariamente a quanto sottintende l'impugnata
sentenza, che possa esigersi dal ricorrente un'attività lucrativa,
deve anche imporsi la conclusione che una tale attività fa dal 1971
concretamente difetto, o che comunque essa non garantisce certo un introito
dell'ordine di Fr. 15 000.-- annui. È vero che, nel 1969, il ricorrente
risulta aver emesso, per due mandati ricevuti in precedenza, due fatture
per un importo di Fr. 54 000.--. Ma nulla autorizza a ritenere che tali
mandati saltuari e occasionali si ripetano: è di meridiana evidenza che,
data la natura dell'attività (arbitro-perito), l'esistenza di attitudini
non è sufficiente a garantire l'occupazione: ancora occorre vi sia
chi abbia interesse ed occasione di affidare ad una persona anziana,
e per di più ormai lontana dal luogo dove ha svolto la sua carriera,
incarichi del genere: il che, come l'esperienza insegna, è affatto
aleatorio per non dire escluso. La conclusione che un reddito accessorio
di tale provenienza viene in tali casi improvvisamente a mancare, e non
solo gradatamente si affievolisca, doveva per le cennate considerazioni
imporsi all'autorità cantonale, a meno che concludenti indizi in contrario
senso potessero esser ritenuti. Ora, non solo l'intimata non ha fornito
nè tentato alcuna positiva prova del contrario, ciò che conferma nel
convincimento della fondatezza dell'affermazione del ricorrente, ma le
ulteriori adduzioni di fatto della Camera civile risultano sulla scorta
degli atti palesemente inesatte. Il possesso di una normale vettura,
non nuova, non è indizio di particolare benessere economico. È contraria
agli atti è la constatazione per cui il ricorrente non avrebbe contestato,
in modo sufficientemente chiaro, le asserzioni dell'intimata circa il suo
tenore di vita, ed in particolare circa il "possesso" di un appartamento
a Vezia e di uno Oltregottardo: la contestazione è avvenuta tanto davanti
al Pretore quanto nella risposta all'appellazione.

    In simili circostanze, la conclusione di fatto dell'istanza cantonale
appare fondata su un esercizio abusivo del potere d'apprezzamento.
L'impugnata sentenza viola quindi l'art. 4 CF e dev'essere annullata.